Ventitré transazioni tra l'ottobre 1915 e il dicembre 1916, altre ventidue tra il 1917 e il 1919, tra cui alcuni espropri consentono di acquisire una superficie complessiva di circa 378.000 mq alla periferia sud di Torino destinata ad accogliere lo stabilimento del Lingotto. Lo stabilimento, realizzato tra il 1917 e il 1922, è imponente: occupa un'area di 153.000 mq tra la ferrovia e le Vie Narzole, Nizza e Passobuole, è in cemento armato (primo in Italia), si sviluppa su cinque piani e comprende una pista di collaudo in cemento armato sul tetto, a 21,3m dal livello del suolo, lunga 2,4 km per 24,4m di larghezza. La struttura dello stabilimento è concepita per contenere, in verticale, tutte le fasi della costruzione di un veicolo: dal primo piano, dove ci sono i laboratori per i materiali, al quinto, quello del collaudo.
Progetto dello stabilimento del Lingotto
©Centro Storico Fiat
Nel 1921 entrano in funzione le fonderie, le fucine, il reparto preparazione telai e quello forni automatici e, nel 1922, la FIAT avvia il trasloco dei macchinari dalle officine di Corso Dante che si conclude alla fine dell’anno, con la sistemazione dei reparti della carrozzeria, del montaggio finale e delle officine meccaniche. Nel 1923 il nuovo stabilimento è così pronto ad entrare nel pieno dell’attività produttiva e, il 22 di maggio, è inaugurato alla presenza del Re Vittorio Emanuele III.
Disegno dello stabilimento del Lingotto, 1929
©Centro Storico Fiat
Le rilevanti dimensioni dello stabilimento fanno si che questo non recluti le maestranze esclusivamente tra gli abitanti del territorio circostante, ma diventi il primo grande polo occupazionale su scala cittadina reclutando la manodopera dalla città intera. Al Lingotto lavorano abitanti del rione che abbandonano le attività agricole o le botteghe operaie per trasformarsi in operai, operai provenienti da altri quartieri di Torino, dai comuni limitrofi (in gran parte contadini che continuano a vivere in campagna e a lavorare la terra, integrando con il salario FIAT il bilancio familiare) e da diverse regioni italiane. Tra questi ultimi spicca una folta comunità di immigrati veneti che, giunti a Torino subito dopo la fine del primo conflitto mondiale, sono assunti dalla FIAT in un primo tempo come manovali per la costruzione della fabbrica e in seguito come operai.
Operai al lavoro per l'ampliamento dello stabilimento
©Centro Storico Fiat
La struttura occupa circa 12.000 operai e 500 impiegati, numeri che impongono di attrezzare l’area intorno alla quale sorge lo stabilimento: l’ATM istituisce linee speciali negli orari di entrata e di uscita dalla FIAT e impianta nel 1925 un binario per il ritorno dei tram verso il centro. La FIAT costruisce per gli operai residenti fuori città una propria stazione ferroviaria sulla linea Genova-Torino poco distante dallo stabilimento. Intorno alla metà degli anni ’30 il Lingotto sembra avere fatto il suo tempo come stabilimento automobilistico. Il coinvolgimento nel secondo conflitto mondiale impone alla FIAT la necessità di non smantellare la fabbrica e di non interrompere le lavorazioni, molte delle quali vengono però trasferite, a partire dai primi anni quaranta, nella neonata struttura di Mirafiori. A partire dal 6 settembre 1940 gli edifici del Lingotto vengono bombardati a più riprese.
Rampa elicoidale
Foto: Michela Zanni
Nel dopoguerra, dopo il definitivo trasferimento a Mirafiori delle grandi produzioni in linea, al Lingotto si esegue principalmente la produzione di parti per autoveicoli fino al 1982, quando lo stabilimento del Lingotto viene definitivamente chiuso. Dal 1992 viene riconvertito con un progetto di Renzo Piano in area espositiva e commerciale.
Lingotto 90
©Archivio Nazionale Cinema d'Impresa